Amministrative 2018 in Belgio: chi vince, chi perde, chi pareggia

Il 14 ottobre si sono svolte in Belgio le elezioni amministrative, che hanno coinvolto circa 8 milioni di elettori nel rinnovo di consigli comunali e provinciali. Vista l’obbligatorieta’ del voto in Belgio, non ci sono dati sull’ astensione, ma il primo dato positivo è che il numero di schede bianche rimane stabile ed in numero estremamente limitato.
Diverse le  dinamiche che accompagnano questo risultato elettorale.
I partiti che sono o vengono percepiti come anti establishment sono premiati dagli elettori. È cosi per I marxisti del Partito del Lavoro del Belgio (PTB/PVDA)  ma anche per l’estrema destra , anche se in misura enormente inferiore rispetto al PTB/PVDA , e limitato al nord del paese a maggioranza fiamminga.
Il PTB/PVDA  continua la sua progressione cominciata diversi anni fa e supportata da una strategia che tiene insieme un orizzonte ideale, il socialismo del XXI secolo, le pratiche dei suoi militanti che svolgono un enorme e organizzato lavoro concreto sul terreno per affrontare le problematiche dei cittadini e per attivare sempre più persone, nella convinzione che i miglioramenti durevoli nella societa’ si raggiungano solo con un cambiamento dei cittadini. Il PTB/PVDA  supera quasi sempre il 10% dei voti nei comuni dove si è presentato e raggiunge soglie del 25% nelle aree del Belgio tradizionalmente “rosse”, mentre progredisce con un ritmo piu’ ridotto nelle zone fiamminghe, dove, tradizionalemente, sono le forze della destra ad essere viste come anti-sistema.
Il partito dei Verdi, pur essendo in diverse maggioranze di governo, registra un aumento dei voti considerevole, raccogliendo buona parte del voto giovanile e drenando voti ai partiti “centristi” come i Cristiano Democratici della CDH e i liberali dell’MR. Quindi si pone come alternativa moderata all’esistente. Da notare che diversi esponenti di questo partito abbiamo dichiarato in campagna elettorale di porsi come “ di destra, né di sinistra”.
Il partito Socialista, finito diversi mesi fa in scandali legati al malcostume amministrativo di diversi suoi eletti, diminuisce i suoi voti, ma limita le perdite, sopratutto nelle aree di Bruxelles, dove diversi suoi candidati di punta hanno cercato di posizionarsi su una linea di rinnovamento del partito.
La temuta ondata nera dei partiti di estrema destra fascisteggianti non c’è stata, ma si registra una leggera avanzata di alcuni  di alcuni di questi partiti nel nord del paese e in alcune municipalità di Bruxelles. Se questa è una buona notizia, vista la situazione nel resto dell’ Europa, bisogna anche ricordare che uno dei principali partiti che fanno parte del governo Belga, l’NVAè in realtà un partito di Destra – Centro, con posizione fortemente  anti-immigrazione e di attacco dei diritti dei lavoratori e dei pensionati. Questo mantiene ridotti I consensi al resto dei partiti di estrema destra.
Si sono aperte e sono in fase avanzate le trattative per decidere le maggioranze che governeranno le amministrazioni per i prossimi 6 anni. Diversi i tentativi di realizzare coalizioni ‘rosso-rosso-verdi’ che includano il PTB/PVDA, il Partito Socialista e i Verdi, ma nel frattempo i socialisti e I Verdi hanno già siglato diversi accordi con i liberali dell’MR, alleandosi di fatto con il partito che al governo nazionale porta avanti un deciso attacco ai diritti dei lavoratori belgi.
Tutte queste dinamiche locali, che avranno bisogno di diverso tempo per essere definitive, sono svolte da tutti gli attori in campo, con un pensiero alle prossime elezioni nazionali che si svolgeranno tra sette mesi, nel Maggio 2019 e che saranno inevitabilmente influenzate dagli accordi amministrativi che si chiuderanno nel prossimo futuro.